
Rodemar Business Advice
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- L'impatto del digitale nella relazione tra banca e cliente
In un interessante articolo de Il Sole 24 ore (leggi ora) su parla dell'impatto del digitale nella relazione tra banca e cliente e vengono evidenziati una serie di effetti da non sottovalutare nell'utilizzo del digitale nelle banche per la concessione dei finanziamenti: Il #rischio di perdita di contatto con la clientela, specialmente durante le fasi di #transizione quindi l'esigenza di una "prossimità a distanza" attraverso un modello di #business ibrido capace di contemperare forme di prossimità sia locale sia digitale. La possibile restrizione del #mercato , con fasce di clientela maggiormente esposte all’esclusione. Sicuramente si è ormai diffusa la tendenza a recarsi poco in filiale, ma è altrettanto vero che la clientela non desidera essere lasciata in un “fai da te” sul canale digitale e chiede assistenza da parte degli operatori bancari in una forma di affiancamento da remoto, un "digitale assistito" La contrazione della concorrenza del settore bancario. Immaginiamo come sarebbe se: Si sviluppasse esclusivamente online la relazione tra banca e cliente. Ci sarebbe sicuramente la difficoltà di acquisire informazioni relative alle aziende necessarie per concedere crediti. Tutte le banche operanti sul mercato, utilizzassero la stessa tecnologia. Si correrebbe il rischio ad avere, di fatto, un’ "unica banca" che tenderebbe a dare risposte univoche alle esigenze finanziarie dei richiedenti. Più la tecnologia "invade" il settore bancario, più la relazione tra banca e cliente assume un peso maggiore. Da qui la necessità di introdurre all'interno di ogni azienda uno specialist, un #consulentefinanziario , che sia in grado di agevolare, all'interno di questo nuovo scenario, la relazione tra banca e cliente. Uno specilist che sia in grado di saper parlare la stessa lingua delle #banche e di far si che l' #imprenditore possa guardare la propria azienda con gli occhi della #banca Contattaci ora e guarda la tua azienda con gli occhi della banca!!
- L'Importanza della Gestione dei Flussi di Cassa per la Salute Finanziaria Aziendale
La gestione dei flussi di cassa è un aspetto critico per la salute finanziaria di qualsiasi azienda. L'Importanza della Gestione dei Flussi di Cassa per la Salute Finanziaria Aziendale è fondamentale per la sopravvivenza della tua azienda. Essenzialmente, i flussi di cassa rappresentano l'entrata e l'uscita di denaro nel corso delle operazioni quotidiane di un'azienda. Monitorare attentamente questi flussi è fondamentale per prevenire crisi di liquidità che potrebbero mettere a rischio l'intero business. Uno dei principali indicatori da tenere sotto stretto controllo è il "Daily Sales Outstanding" (DSO), che misura il tempo medio impiegato dai clienti per pagare i loro debiti. Un DSO elevato può indicare inefficienze nei processi di fatturazione e di recupero crediti, rallentando l'entrata di liquidità nell'azienda. Monitorare attentamente il DSO consente di identificare tempestivamente eventuali ritardi nei pagamenti e adottare misure correttive, come politiche di crediti più rigorose o azioni di recupero più incisive, per migliorare la gestione del credito e ridurre il rischio di mancate entrate. Come si calcola il DSO? DSO = (crediti commerciali / vendite totali) * 365 giorni Maggiore è il tuo DSO, maggiore è il tuo capitale circolante e minore è il tuo flusso di cassa. Allo stesso modo, il "Days Payable Outstanding" (DPO) misura il tempo medio impiegato dall'azienda per pagare i propri fornitori. Un DPO elevato potrebbe indicare problemi di liquidità o ritardi nei pagamenti, che potrebbero influenzare negativamente i rapporti con i fornitori e compromettere la capacità dell'azienda di ottenere sconti per pagamenti anticipati. Monitorare il DPO consente di valutare l'efficacia dei processi di gestione dei debiti e di pianificare in modo proattivo i flussi di cassa per garantire che l'azienda possa onorare i propri impegni finanziari nei tempi previsti. Come si calcola il DPO? DPO = (debiti commerciali / costo della merce venduta) * 365 giorni A questo punto verrebbe da pensare: "Beh allora basta avere un DPO > DSO ed è tutto risolto. Non è così semplice come sembra, con tempi di pagamento particolarmente lunghi, maggiori della media del settore, incide molto sull'affidabilità della tua azienda. Forse non lo sai, ma molti dei tuoi fornitori utilizzano strumenti di monitoraggio della tua affidabilità commerciale e quindi potresti un giorno trovarti nelle condizioni che i tuoi fornitori ti chiedano di rientrare prima di farti una nuova fornitora a credito o peggio ancora, non potrebbero più concederti dilazioni. E' fondamentale adottare una strategia di monitoraggio costante dei flussi di cassa attraverso la pianificazione finanziaria a breve e lungo termine. Questo implica la stesura di previsioni finanziarie dettagliate che tengano conto delle entrate previste, delle spese operative e degli investimenti pianificati. Analizzare regolarmente queste previsioni consente di identificare potenziali squilibri tra entrate e uscite e di adottare provvedimenti tempestivi per garantire la stabilità finanziaria dell'azienda. Una gestione efficace dei flussi di cassa, inclusa la vigilanza sul DSO e sul DPO, è essenziale per prevenire crisi di liquidità e garantire la sostenibilità finanziaria dell'azienda nel lungo periodo. Monitorare attentamente i flussi di cassa e adottare misure correttive tempestive consentirà all'azienda di mantenere la sua competitività sul mercato e di perseguire con successo i suoi obiettivi aziendali. E tu? Adotti un monitoraggio costante delle tue entrate e delle tue uscite? Hai definito una strategia per la tua impresa che ti mette al riparo da squilibri finanziari come ad esempio la difficoltà di pagare puntualmente ituoi fornitori a fine mese? Scarica GRATUITAMENTE il file EXCEL per calcolare il tuo DSO QUII - - > SCARICA IL FILE Contatatci ora e scopri come aumentare gli utili della tua azienda solo riequilibrando incassi e pagamenti!!
- Il rating misura l'affidabilità delle aziende, è tempo di deposito bilanci
Il bilancio che si depositerà inquesto periodo genererà un #rating per la tua #azienda che valuterà la affidabilità finanziaria. Sarà un "voto" dato alla tua gestione. Il #rating in sostanza misura l'affidabilità della tua azienda ed è il valore che i tuoi #fornitori, le #banche, i tuoi #clienti valuteranno per decidere di lavorare con te oppure no. Il rating è diventato un elemento centrale nell'analisi e nella valutazione del #rischio di un'#impresa, non solo nel contesto bancario, ma anche nelle valutazioni dei clienti e dei fornitori delle aziende. E', tuttavia, importante considerare l'evoluzione dei contenuti di valore delle imprese, come la digitalizzazione e l'ESG, per valutare correttamente il rischio e la qualità del #credito. (leggi QUI come le banche concedono il credito) Negli ultimi anni ci sono stati cambiamenti significativi nel campo del rating, con diversi modelli che si adattano ai requisiti patrimoniali bancari e ad altri usi industriali. Le aziende #fintech, ad esempio, si basano su algoritmi per costruire il proprio modello di business, ma è necessaria una maggiore sensibilità all' innovazione e una lettura più proattiva dei dati aziendali per trovare opportunità di #finanziamento al di fuori del tradizionale ambito finanziario Le imprese non dovrebbero considerare il rating solo come elemento di monitoraggio, ma anche come uno strumento per promuovere la crescita delle competenze interne, la managerializzazione e l'accesso a forme di finanziamento strutturato o capitale di rischio. Per sfruttare appieno il rating e migliorarlo, tutti gli attori coinvolti devono assumersi la responsabilità di comunicare, valutare e pesare correttamente gli elementi strategici del business aziendale, nonché considerare i cambiamenti e le evoluzioni del contesto economico. La mancanza di attenzione a questi aspetti potrebbe avere un impatto significativo sulla competitività delle imprese e sulla loro capacità di accedere alla finanza. Non farti trovare impraparato, contattaci ora per verificare il tuo rating!!
- Credit Risk Analysis, solvibilità e affidabilità dei clienti
IFRS 9 IMPATTERA’ SIGNIFICATIVAMENTE SUL CICLO DEL CREDITO: "si incrementeranno quantità e qualità delle informazioni necessarie alla valutazione degli impieghi" Informazioni funzionali a valutare capacità di rimborso e remunerazione del credito. Se cambia la modalità di valutazione delle banche si modificano le condizioni che determineranno l’accesso ed il mantenimento del credito (entità e costi sono in funzione di nuove variabili). L’azienda deve essere consapevole del cambiamento in atto e prepararsi in modo opportuno ai nuovi schemi di valutazione già attivi dal 2018. L’azienda stessa deve gestire in modo manageriale il proprio rischio (ENTERPRISE RISK MANAGEMENT) attivando tutti quei meccanismi di analisi e monitoraggio che sono condizione per una buona gestione del proprio business e quindi garanzia di continuità aziendale. Da ruolo passivo (azienda valutata) si passa ad un ruolo attivo fornendo le informazioni necessarie per una propria corretta valutazione. Uno dei fattori da tenere sotto controllo è sicuramente il credito che l'azienda vanta nei confronti dei propri clienti. " Se i clienti non pagano la mia azienda avrà difficoltà a pagare, valuta la solvibilità e l' affidabilità " non sarà quindi possibile ricorrere al credito per arginare questo fenomeno e si avrà anche difficoltà a mantenere il credito già concesso. Un processo ancora troppo spesso sottovalutato, in particolare dalle piccole e medie imprese è l’elaborazione di una strategia di business basata su un'analisi accurata del portafoglio aziendale. Questa analisi riveste sempre maggior importanza per la crescita di un’impresa “sana”. Le aziende non sempre hanno a disposizione le risorse e gli strumenti necessari all'analisi sistematica dell’andamento economico di fornitori, clienti, competitor e partner commerciali, e si trovano quindi sempre più frequentemente esposte a situazioni di rischio. Il Credit Risk Analysis è lo strumento pensato per aiutare le imprese nella gestione del rischio di credito e nell'elaborazione della propria strategia finanziaria. Per ogni analisi si avrà un diagramma a colonne che indica la distribuzione delle aziende in base alla classe di rating, oltre a poter conoscere per ultimi tre anni: Solvibilità: ovvero la capacità di far fronte agli impegni finanziari contratti; Liquidità: ovvero la disponibilità a breve termine di convertire risorse in denaro liquido; Redditività: ovvero la capacità di generare ricchezza in un determinato periodo temporale. Credit Risk Analysis consente sia una valutazione dell’andamento del portafoglio nella sua interezza, sia l’analisi di uno specifico gruppo di società accomunate da caratteristiche simili, segmentando il proprio portafoglio clienti e valutando il fido commerciale concesso e/o concedibile. Attraverso questo strumento si potranno prendere più facilmente decisioni sullo sviluppo del proprio business e si potrà colloquiare meglio con gli istituti bancari dando loro maggiori informazioni sulla nostra attività e sulla gestione della stessa. Se tu vedessi un tuo cliente che gestisce male i pagamenti, col rischio di non essere pagato, gli concederesti credito? Ebbene la banca ragiona nello stesso modo! Prova gratuitamente il Credit Risk Analysis ora! #Incassi #Fido #Anticipofatture #ClientieFornitori #CreditRiskAnalysis #IFRS9 #MCC #Budget #CredtiManagement
- Formazione continua
I consulenti della Rodemar Business Advice sono in costante formazione ed aggiornamento per poter fornire servizi con standard sempre più elevati. La consulenza finanziaria in ambito aziendale è cosa ben diversa dalla mediazione. La consulenza è prestare la propria competenza a terze persone affinchè ne traggano benefici. Essere consulenti è sposare la Vision e la Mission dell'impresa cliente, traferire (non sostituire) le proprie compenze ai clienti rendendoli autonomi nel tempo. Essere consulenti significa volere fortemente che i propri clienti raggiungano i risultati che avevano immaginato, correggendo, talvolta, la rotta intrapresa. Essere consulenti vuol dire avere una visione a 360° delle problematiche che un imprenditore deve affrontare. Vuol dire saper ascoltare l'iimprenditore. Un buon consulente non impone le proprie idee, ma ha il compito di conoscere a fondo l'azienda, le proprie dinammiche, il progetto che c'è dietro uu'idea impreditoriale e supportare l'imprenditore nella realizzazione. Disporre di strumenti adeguati e di elevato stardard da la possiblità al consulente di capire lo stato di salute dell'impresa e il percorso di miglioramento da intraprendere. Quello che sto per dire forse apparirà a primo impatto presuntuoso, ma è la dura realtà. "Tutti gli imprenditori che vogliono crescere e migliorare le proprie performace hanno bisogno di un consulente. Chi pensa di non averne bisgono ha già perso!" Ebbene si siè arreso, si sta accontendando dei risultati raggiunti. Chiedo a chi, leggendo questo articolo, pensa di non aver bisogno di un consulente: I risultati che hai raggiunto quanto si discostano da quelli che avevi immaginato? La fatica che hai fatto per raggiungerli era quella che avevi immaginato o è stata di gran lunga maggiore? Quanti "imprevisti" hai dovuto affrontare dovuti ad una scarsa pianificazione o all'aver sottovalutato degli aspetti importanti? Ebbene ti è capitata almeno una delle cose che hai letto nelle domande di cui sopra, allora sappi che con un consulente al tuo fianco una buona parte degli imprevisti sarebbero stati previsti (scusate il gioco di parole), avresti raggiunto certamente risultati più performati facendo molta meno fatica per raggiungerli. A questo punto non ti resta che scoprire in che modo la Rodemar Business Advice può aiutarti, quali sono gli strumenti di cui dispone e cosa può fare per la tua azienda.
- Prestito con garanzia 100% trasformabile a Fondo Perduto
La Commissione UE ha ancora modificato il #temporaryframework, in buona sostanza, ha ampliato i termini di scadenza al 31 dicembre 2021, per consentire agli Stati membri di adottare misure di sostegno al tessuto economico in deroga alla disciplina ordinaria sugli aiuti di Stato. Scarica il documento Cosa significa? Significa che le imprese che ottengono finanziamenti entro il 31 dicembre 2021 potranno vederli trasformati tutti integralmente in parte, in sovvenzioni a fondo perduto entro il 31 dicembre 2022. Il Governo era già intervenuto ad allungare la durata di questi finanziamenti portandoli fino a 15 anni. Se si considera che solo il 40% delle imprese aventi diritto ad oggi ha richiesto il finanziamento di cui all'art 13 della Legge n. 40/2020 lettera m), possiamo chiaramente immaginare che con questa notizia, anche il restante 60% non perderà questa occasione. Indebitare la propria azienda, non per investire, ma per "pagare i debiti" non è mai cosa buona, a meno che l'operazione non è inserita in una più ampia operazione di riallineamento dei flussi di cassa che parte dalla gestione dell'azienda. Tuttavia, questa possibilità apre un nuovo scenario, una sovvenzione, quindi un fondo perduto ,integrale o parziale. Ovviamente questa possibilità la conosceremo, come di consueto, solo a fine dicembre 2022, per cui vale la pena di valutare con attenzione se richiederla o meno, tenendo presente che comunque, questo aiuto andrà ad impattare sul monte aiuti, che ad oggi è stato aumentato a 1,8mln di euro. In prospettiva, suggeriamo di fare un bel business plan in cui definiamo la strategia della nostra impresa per i prossimi tre anni, valutiamo l'impatto di questo ulteriore indebitamento fatto o a farsi, dopodiché, avremo ben chiaro cosa accadrà alla nostra impresa e al nostro rating, perché non dimentichiamo, che le banche ed i nostri fornitori valutano la nostra affidabilità in base ai "nostri numeri" ovvero il bilancio (clicca per scoprire come ti valutano le banche e i tuoi fornitori), che non ci stanchiamo mai di dire è la conseguenza logica delle scelte dell'imprenditore. Per ulteriori info o confronti contattaci
- ISTAT 292mila PMI fanno fatica a reagire. Scopri come superare la crisi.
Se non sai come uscire dalla crisi dovuta al COVID, scopri perchè non ci riesci e come fare per uscirne L'ISTAT ha misurato l’impatto dell’emergenza sanitaria ed economica dovuta alla diffusione del Covid-19 sulle imprese in Italia. La diffusione della pandemia sta determinando effetti profondi sul tessuto socio-economico del Paese per cui fornire un quadro accurato e tempestivo della situazione e delle prospettive è assolutamente necessario per capire come uscire da questa crisi che attanaglia le imprese, uno degli ambiti maggiormente colpiti dalla crisi. DA un report dell'ISTAT emerge che: Tra marzo e aprile le 4 imprese su 10 hanno fatturato oltre il 50% in meno Oltre la metà delle imprese (37,8% di occupati) prevede una mancanza di liquidità per far fronte alle spese che si presenteranno fino alla fine del 2020. Il 38,0% (con il 27,1% di occupati) segnala rischi operativi e di sostenibilità della propria attività e il 42,8% ha richiesto il sostegno per liquidità e credito (DL 18/2020 e DL 23/2020). Le principali opzioni adottate per far fronte alla crisi sono state: riorganizzazione di spazi e processi (23,2% delle imprese) e modifica o ampliamento dei metodi di fornitura dei prodotti/servizi (13,6%) Ci sono però circa il 40% delle imprese che guidano la ripresa. Abbiamo quindi: Imprese statiche in crisi che non hanno definito alcuna strategia di reazione ben definita Imprese statiche resilienti che hanno potenzialità per poter uscire dalla crisi ma ancora non le hanno espresse Imprese proattive in sofferenza che guardano al futuro, vogliono innovare, ma non hanno i mezzi necessari per poterlo fare nel breve periodo Imprese proattive avanzate che nel corso del 2020 hanno aumentato gl investimenti per contrastare la crisi Le imprese che hanno maggiori difficoltà sono quelle che risultano ancora prive di un chiaro quadro strategico per reagire alla crisi e senza un piano di sviluppo di medio e lungo periodo. Come uscire quindi dalla crisi? Occorre una riconversione produttiva Riorganizzazione dei processi verso novi processi industriali Riposizionamento della propria attività Investimenti per rafforzare la propria competitività Non sai come fare? Tu che tipo di azienda sei? come hai affrontato la crisi? Contattaci ora saremo al tuo fianco per vincere questa battaglia
- Nuove regole europee di default: cosa accade il 1° gennaio 2021
In questo giorni si sente tanto parlare delle nuove regole di default stabilite a livello europeo, se ne parla come un fulmine a ciel sereno, ma tanto a ciel sereno non è. I criteri che le banche devono utilizzare per identificare le esposizioni in stato di default sono disciplinati a livello europeo dal Regolamento sui requisiti di capitale delle banche, entrato in vigore il 1° gennaio 2014; per assicurarne un'applicazione uniforme in tutta Europa, la Commissione europea (con un Regolamento del 2018) e l'EBA (con linee guida del 2017) hanno fornito ulteriori specificazioni, applicabili dal 1° gennaio 2021. Ma vediamo quali sono le nuove regole Prima di tutto si fa una distinzione tra privato/PMI e Impresa, dove per privato/PMI si identificano Persone fisiche, titolari di ditte, liberi professionisti, ditte individuali e imprese con fatturato inferiore a 5 milioni di Euro ed esposizioni verso la banca inferiori a 1 milione di Euro. Il default si ha quando: Il privato/PMI ha un importo non pagato che supera € 100,00, mentre per le imprese la soglia è di € 500,00 Importo supera l'1% delle esposizioni verso la banca le esposizioni perdurano per oltre 90 giorni Ora la domanda nasce spontanea: ma se supero i miei affidamenti di € 100,00 o € 500,00 (a seconda del tipo di azienda) sarò segnalato come cattivo pagatore? La risposta è NI!! ????? perchè NI? Perché affinché si sia segnalati in CR occorre che si verifichino non una condizione, ma diverse e nello specifico tutte e tre quelle segnalate sopra, ovvero superare l'importo soglia + percentuale soglia + tempo soglia. Di seguito un layout per capire meglio: Sostanzialmente non si potrà andare a rosso sul conto corrente. Queste nuove regole inducono le imprese a prestare molta attenzione alla gestione delle finanze, all'utilizzo dei conti correnti. Quindi non si potrà più sconfinare? Lo sconfinamento, rappresenta un utilizzo dei fondi per importi superiori alle disponibilità presenti sul conto o al fido accordato; la possibilità di sconfinare non è un diritto del cliente, ma una facoltà concessa dalla banca, che può anche applicare commissioni (la CIV, commissione di istruttoria veloce). Dal 1° gennaio, come già oggi, le banche potranno continuare a consentire ai clienti utilizzi del conto, anche per il pagamento delle utenze o degli stipendi, che comportino uno sconfinamento. Si tratta tuttavia di una scelta discrezionale della banca, che può consentire oppure rifiutare lo sconfinamento. Certo è che sconfinare non è un buon segnale che l'azienda da alla propria banca ed al sistema bancario, vuol dire che non siamo in grado di pianificare i nostri flussi di cassa o che, peggio ancora, non siamo in grado di onorare gli impegni presi. Le nuove regole europee sulla definizione di default hanno un impatto rilevante sulle segnalazioni nella Centrale dei rischi? Le nuove regole hanno un impatto molto limitato sulla Centrale dei Rischi, ma comunque nella valutazione "merito di credito" vanno considerate. La novità riguarda la classificazione "a sofferenza", che deve risultare uniforme per tutti gli intermediari che fanno parte dello stesso gruppo bancario o finanziario: se un cliente è affidato da più intermediari dello stesso gruppo, la classificazione a sofferenza dovrà considerare tutte le informazioni - positive e negative - che lo riguardano disponibili all'interno del gruppo stesso. Per ulteriori info di seguito link alle FAQ di Banca d'Italia Ora più che mai è necessario che si faccia attenzione alla propria programmazione finanziaria. Oggi più che mai il rating farà la differenza tra avere o non avere un finanziamento e quindi sviluppare o meno il proprio business. Se vuoi capire come la banca valuta la tua azienda clicca qui Se vuoi informazioni sui nostri servizi per scoprire come possiamo aiutarti clicca qui
- Fondo ristorazione
Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha posto in essere il Fondo Ristorazione con il quale si vuole sostenere le imprese in difficoltà, sostenendo il cibo italiano di qualità, a partire dai prodotti DOP e IGP, in modo da valorizzare i nostro territorio. Sono stati destinati 600mln di euro per l'acquisto di prodotti 100% Made in Italy Destinatari I ristoratori e le ristoratrici possono richiedere contributi a fondo perduto per un minimo di 1.000 e un massimo di 10.000 euro e utilizzarli per gli acquisti di prodotti dell'agroalimentare italiano effettuati dopo il 14 agosto 2020 fino al giorno di presentazione della domanda. Possono accedere al contributo ristoranti, pizzerie, mense, i servizi di catering, gli agriturismi e gli hotel con somministrazione di cibo. Per accedere al contributo occorre però verificare che il proprio codice ATECO sia tra quelli previsti. Codici ATECO I codici ATECO prevalenti previsti da Decreto Ministeriale sono i seguenti: 56.10.11 (ristorazione con somministrazione) 56.29.10 (mense) 56.29.20 (catering continuativo su base contrattuale) 56.10.12 (attività di ristorazione connesse alle aziende agricole) 56.21.00 (catering per eventi, banqueting) 55.10.00 (alberghi) limitatamente alle attività autorizzate alla somministrazione di cibo A partire dal 10 dicembre 2020 sarà possibile presentare la domanda per i seguenti Codici Ateco: 55.20.52 - attività di alloggio connesse alle aziende agricole 56.10.12 - ittiturismo, ai soli fini della presente procedura Per ulteriori informazioni Consulta la normativa -- > cliccando qui Richiedici assistenza -- > cliccando qui
- Scopri come cambia il tuo business model post COVID19
#iorestoacasa #covi19 #tuttoandrabene #coronavirus #stayathome sono gli hashtag che ci hanno accompagnato durante il lockdown. Ora #poivorrei è il nuovo must per la Fase 2. In quei giorni bui, la paura assaliva ognuno di noi, cresceva l'incertezza del post COVID19, tutti sognavamo, anzi desideravamo che tutto tornasse come prima, ma lo shock è stato forte, ancora sembriamo non rendercene conto. Potremmo assimilare il lockdown ad un lutto, tant'è che pian piano stiamo attraversando le 5 fasi di elaborazione del lutto: La FASE DELLA NEGAZIONE: sembrava che questo virus la cui prima diffusione è avvenuta in Cina, non interessasse noi, se non marginalmente. Vorrei solo ricordare il Premier inglese Boris Johnson che ha prima negato la gravità dell'epidemia, per poi "rimetterci quasi le penne", e fare un veloce dietro front chiudendo tutto. La FASE DELLA RABBIA: ce la siamo presi con il governo, con le Regioni, con i cinesi, con i pipistrelli, con il 5G etc etc La FASE DELLA CONTRATTAZIONE: siamo pronti ripartire, apriamo subito, ma dateci le misure di sicurezza per evitare i contagi, apriamo il 18, anzi il 4, forse meglio il 25. Siamo pronti La FASE DELLA DEPRESSIONE: ho parto, ma il fatturato non è quello di prima, i clienti non entrano, c'è ancora diffidenza e paura in giro, sarò tra i sopravvissuti? La FASE DELL'ACCETTAZIONE: occorre adeguarsi a questo nuovo mondo, nuove abitudini si inseriranno nella nostra vita, nel nostro modo di vivere, il modo di svolgere l'attività cambierà, in taluni casi occorrerà un nuovo business model, occorrerà inserire nuovi prodotti o addirittura nuovi modi di interagire con clienti e dipendenti. Un interessante studio, che è possibile leggere QUI, parla della nuova economia che da high touch diventa low touch, quindi da un modo di interagire in cui il contatto umano era molto marcato, si passa ad un nuovo modo di interazione, #lowtouch, con pochi contatti umani, questo perchè il #covid19 si propaga con il contatto, quindi il #socialdistancing è la prima regola da seguire per la sicurezza propria, dei propri dipendenti e per i clienti. Quindi passiamo da una #hightoucheconomy ad una #lowtoucheconomy C'è anche un interessante check-list per valutare il proprio grado di prontezza ad affrontare la low touch economy. La tua azienda si è adeguata alle nuove prescrizioni? Hai già capito come cambierà il tuo business model? Sai già cosa fare? Valuta il tuo grado di prontezza ad affrontare la LOW TOUCH ECONOMY clicca sul LINK -- > QUI e scopri quanto sei pronto
- Impresa SIcura - Scopri come ottenere il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di DPI
Per accedere a questa agevolazione o per saperne di più clicca sul LINK -- > QUI COSA E' Il bando di Invitalia consente alle aziende di ottenere il #rimborso delle spese sostenute per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale (#DPI) finalizzati al contenimento e al contrasto dell’emergenza epidemiologica #COVID19. Si ottiene il rimborso fino al 100% delle spese sostenute. Importo massimo rimborsabile: 500 euro per ciascun addetto dell’impresa - a cui sono destinati i #DPI - e fino a un massimo di 150mila euro per impresa. Importo minimo rimborsabile: non inferiore a 500 euro. CHI PUO' PARTECIPARE #ImpresaSIcura si rivolge a tutte le #imprese, indipendentemente dalla dimensione, dalla forma giuridica e dal settore economico in cui operano che, alla data di presentazione della domanda di rimborso, siano: regolarmente costituite e iscritte come “attive” nel Registro delle imprese con sede principale o secondaria sul territorio nazionale nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria e non sottoposte a procedure concorsuali con finalità liquidatoria. COSA FINANZIA Con #ImpresaSicura è possibile richiedere il rimborso delle spese per l’acquisto di dispositivi ed altri strumenti di protezione individuale, sostenute tra il 17 marzo 2020 e la data di invio della domanda di rimborso. Impresa Sicura rimborsa l’acquisto di: mascherine filtranti, chirurgiche, FFP1, FFP2 e FFP3; guanti in lattice, in vinile e in nitrile; dispositivi per protezione oculare; indumenti di protezione quali tute e/o camici; calzari e/o sovrascarpe; cuffie e/o copricapi; dispositivi per la rilevazione della temperatura corporea; detergenti e soluzioni disinfettanti/antisettici Per accedere a questa agevolazione o per saperne di più clicca sul LINK -- > QUI
- Partenza a rilento per i finanziamenti da € 25.000,00
Il sole 24 ore fa una fotografia allarmante sulle richieste di #finanziamento alle #banche per i 25 mila. 28 mila domande sembrano tante, ma se consideriamo che in Italia vi sono poco più di 25 mila sportelli bancari (dati ISTAT 2018), il conto è presto fatto: appena 1,1 richieste per sportello bancario. Consideriamo che in #Italia ci sono circa 760 mila #mPMI e circa 4,6 milioni di lavoratori autonomi, il conto è presto fatto: una % infinitesimale ad oggi è riuscita a richiedere ed ottenere il finanziamento. E' chiaro che non tutte le imprese si "accontenteranno" dei 25 mila, ma resta comunque un dato allarmante. Ma quali sono i motivi di questi ritardi? Abbiamo chiamato diversi operatori del settore, quali confidi, e ci siamo interfacciati con diversi istituti bancari. Le risposte sembrano essere tutte convergenti: Ritardo nelle regole da seguire: è stato emanato il #DecretoLiquidità, il #FondodiGaranzia ha predisposto il modello #allegato4-bis, ha emanato le #circolari operative, l'#ABI ha fatto le sue circolari, le #banche hanno cominciato ad organizzarsi - risultato ottenuto almeno 15 giorni persi. Nessun automatismo di delibera: nonostante il Decreto Liquidità abbia abbia indicato che per accedere la Fondo di Garanzia non sarebbero stati valutati gli andamentali, ne eventuali ritardi di pagamento post 31/01/2020, le banche faranno comunque una mini istruttoria valutando la bontà del cliente. Va da se che se un azienda non affidabile prima del #COVID19, non lo è neanche dopo. Le piccole banche locali, BCC in particolar modo, hanno risentito della sospensione delle rate. La sospensione ha fatto si che venissero a mancare i fondi necessari per poter erogare. Le condizioni imposte sono molto stringenti in termini di condizioni economiche. Non dimentichiamo che le banche hanno una finalità economica e quindi "devono guadagnare". Molti istituti bancari sono più orientati ad consolidamento con aggiunta di liquidità: non è una pratica errata, specie se si considera che i mancai incassi, hanno generato un aumento delle posizioni debitorie nei confronti dei fornitori, "congelando" di fatto le linee a breve termine. Per una ripartenza più agile, un consolidamento, magari con un congruo pre-ammortamento, consente alle imprese di potersi approvvigionare, cominciare ad incassare, magari anche gli arretrati, e riprendere a fatturare. Secondo il nostro punto di vista una richiesta di finanziamento fatta solo perché un decreto te lo consente, non è una buona strada. Al netto della valutazione bancaria, occorre fare una valutazione imprenditoriale, occorre stendere un piano economico finanziario, uno in cui sono previsti scenari ottimistici, altri per scenari medi e pessimistici. Richiedere un finanziamento, anche se garantito al 100%, è comunque un indebitamento, e per tanto ha impatto sul nostro bilancio. A nostro avviso, un finanziamento va valutato a seconda della tipologia aziendale e del piano di riapertura e sviluppo che si intende affrontare. Per approfondimenti o una consulenza gratuita, contattaci cliccando sul LINK -- > QUI